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Vigneti scomparsi


In una riunione dell’associazione dedicata alla ristrutturazione dei vigneti (2004), presidente e relatore il Signor Alain Faget, si evidenziava che il Gers è il primo produttore di vini bianchi in Europa.

Il connubio territorio, vitigni, vocazione vitivinicola e finalizzazione del prodotto, vino o acquavite che sia, non può essere più stringente.

Questa diffusa presenza parte da molto lontano, come testimoniano i mosaici di Séviac e quale fosse il valore della vigna, lo certifica anche uno scritto dei consoli di Montréal-du-Gers: fu redatto nel 1463 in carta filigranata che mostra in trasparenza un grappolo di uva.

Quanto alla diffusione del vigneto in Guascogna si deve considerare che a quei tempi la resa della semina del grano era assai più modesta dell’attuale: seminarne un quintale significava raccoglierne cinque.

La vigna imponeva grande impegno ma garantiva rese molto superiori; furono gli anni che videro la grande diffusione del vitigno piquepoult.

Bisogna comunque rilevare che questa situazione non fu sempre la più aderente alla realtà.

Non può essere casuale che sulla bandiera della Guascogna riportata compaiano due campi che riportano mazzi di spighe dorate.

La cultura/coltura della vite ha quindi permeato profondamente la zona.

Non si curava dei metodi di coltura, ma dei frutti del vigneto, Rodrigo de Vilandrado, un brigante di strada così potente da minacciare i consoli sopracitati di estirpare le vigne se non lo avessero rifornito di viveri e soldi; minaccia prontamente recepita e soddisfatta.

Il suo nome divenne così famoso che a lungo fu sinonimo di efferatezza.

Per nostra fortuna esistono ancora in Guascogna ceppi di vite fra i più antichi della Francia.

Sono presenti nel comune di Sarragachies, in un particolare appezzamento della vigna che la famiglia Pédebernade coltiva da generazioni e sono stati inseriti fra i monumenti storici.

Il terreno, fatto non sempre caratterizzante quella zona, è composto di sables fauves.

Si tratta di una ventina di varietà, tutte non innestate e alcune delle quali ancora sconosciute, che furono messe a dimora ancora prima della fillossera.

Se si considera che nel frattempo sono comparse altre malattie (pare siano anche immuni all’esca) e insulti climatici di ogni tipo, c’è da restare sbalorditi per la loro sopravvivenza.

Siamo in presenza di un patrimonio genetico vivente e unico per il settore.

Il vigneto è anche una testimonianza della viticoltura di quei tempi: le varietà sono mescolate e i filari sono strutturati in modo tale da permettere di lavorarli con i buoi.

Forse da quei tempi è solo cambiata la tecnica di potatura.

La presenza del raro vitigno Humagne Blanche potrebbe sottintendere che sia esistito un armagnac che lo contenesse, anche se la gradazione alcolica sarebbe lievemente più elevata del consueto.

Vigneti scomparsi
Vigneti scomparsi